(Italiano) Nicolas Hulot si dimette da ministro dell’ecologia del governo francese in diretta radio su France Inter
Nicolas Hulot, ministro della transizione ecologica e solidale del governo francese, si dimette in diretta durante un’intervista alla trasmissione “Le 7/9” di France Inter, emittente pubblica del gruppo Radio France.
“È una decisione che ho preso da solo, nessuno lo sapeva, inclusa mia moglie e il mio proprio entourage”. Per Hulot si tratta della “decisione più intima, la più difficile, la più crudele, ma la più responsabile che dovevo prendere. Spero che il mio atto non sia di rassegnazione, ma di mobilizzazione. Mi è stato detto di essere paziente, ma siamo stati pazienti per 30 anni”. Hulot, ex presentatore della trasmissione televisiva di TF1 “Ushuaïa Nature”, ha sottolineato in apertura della trasmissione radio che la situazione del pianeta vive un momento di particolare gravità e che “non comprende come possiamo assistere alla gestazione di una tragedia annunciata nella forma di una indifferenza. Le risorse si esauriscono, la biodiversità fa come la neve al sole, mentre si assiste ad una rianimazione di un modello economico che è la causa di tutti questi disordini. Non comprendo come dopo la Conferenza di Parigi sul clima, dopo una diagnosi che non cessa di precisarsi e di aggravarsi di giorno in giorno, il tema del clima sia sempre relegato tra le ultime priorità”.
Nonostante le buone relazioni personali con il presidente Emmanuel Macron e il primo ministro Eduarde Philippe, dopo un anno di governo dunque Hulot ha voluto dare un segnale forte non sentendosi abbastanza sostenuto neanche dal parlamento nella volontà politica di “cambiare veramente di scopo, di paradigma sociale”, per produrre cambiamenti importanti a favore dell’ambiente, mentre “accomodarsi a procedere a piccoli passi non è più sufficiente.
La decisione, maturata questa estate, è stata presa la sera del giorno precedente alla trasmissione, dopo un discussione molto franca nei giorni scorsi con il presidente e il primo ministro francesi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la presenza del lobbista Thierry Coste, non invitato, ad una riunione del governo sul tema della caccia il giorno precedente alle dimissioni, “sintomatico della presenza delle lobby nei circoli di potere. Bisogna porre questo problema sul tavolo, è una questione di democrazia. Chi ha il potere, chi governa?”.
La decisione di Hulot non è stata però causata da questo episodio, come sottolinea lui stesso scusandosi con il governo per la modalità “poco protocollare” in cui ha annunciatole proprie dimissioni. “Ho ottenuto qualche avanzamento, non è l’energia che mi manca ma non ho più la fiducia nel lavoro ancora da fare che è collettivo”. “Sulla biodiversità – specifica Hulot – non ho un deputato o un senatore che difende le mie proposte, e su tutti i temi avanzavo tutto solo”. Hulot dichiara di non essere riuscito in particolare a creare una complicità di visione con il ministro dell’agricoltura Stéphane Travert “nel momento in cui abbiamo avuto un’opportunità eccezionale di trasformare il modello agricolo. Ci fissiamo degli obiettivi, ma con i vincoli di bilancio sappiamo bene in anticipo che gli scopi che dichiariamo non li potremo mai realizzare. Ecco la mia verità”.
Per vedere ed ascoltare l’intervista integrale su France Inter:
Un passaggio dell’intevista sul canale Twitter di France Inter (clic sull’immagine):